C’è stato un tempo, ma ancora oggi con una certa frequenza, in cui i buoni fruttiferi postali erano un’abitudine di lasciare piccoli, o anche grandi, importi di denaro da riscuotere al termine del periodo di blocco selezionato quando il buono fruttifero è stato aperto. Si trattava di un dono che generalmente parenti lasciavano ai loro nipoti, che riscuotevano ormai adulti per poterci fare poi tutto quello volevano.
E’ capitato tuttavia che molti di questi buoni fruttiferi di un tempo siano stati presentati alle Poste ormai scadute, possiamo anche definirli ampiamente scaduti. E allora, cosa fare in queste situazioni? Non preoccupatevi, i vostri soldi sono salvi, basterà solo seguire le nostre indicazioni per riscuotere quanto è di vostro diritto.
Buoni Fruttiferi Postali (BFP), ecco cosa sono
I buoni fruttiferi postali sono titoli emessi da Poste Italiane e garantiti dallo Stato Italiano, una garanzia che tra l’altro dà anche sicurezza al credito che contengono, fin dal momento in cui viene acceso, considerando che i tuoi soldi potrai ritirarli solo quando sarà scaduto il tempo fissato al momento dell’apertura del buono.
Ogni volta che si apre un buono fruttifero si tiene conto in particolare della possibilità di guadagno, grazie agli interessi connessi, calcolati durante tutto il percorso di sottoscrizione: possono essere fissi, in base al tasso del momento in cui si apre e si conosce il guadagno già in quell’istante, oppure variabili, anche se si corre qualche rischio in più, perché si può anche andare sotto, ma si possono guadagnare, ovviamente, anche cifre decisamente più elevate.
Cosa influenza il valore di un vecchio buono?
Nel nostro caso, non ci interessa capire come fare ad aprirlo, cosa lo si definisce e come si può scambiarlo. Vogliamo invece capire il valore, che è relativo a un numero di fattori tutti importante certamente, ma non sempre facilmente riscontrabili. Tra questi emergono in particolare 4 elementi che non possono essere mai trascurati, ovvero:
- anno di emissione: quelli che hanno un valore davvero importante, sono relativi al lasso di tempo che va dagli anni Settanta agli anni Novanta
- tipologia del buono: se ordinario, a termine o indicizzato
- tempo trascorso: se si decide di avere fatto maturare il tuo buono più a lungo, anche se oltre la scadenza, che può essere per un massimo di 20 o 30 anni, smettono di maturare
- eventuali modifiche normative: cioè tutte quelle leggi che regolamentano i rendimenti dei buoni, specie quelli emessi prima degli anni ’90
Il valore medio di questi buoni fruttiferi del passato sono relativi al periodo di emissione, in particolar modo: i buoni tra gli anni ’70 e gli anni ’80 valgono tanto in base al reddito contenuto; se ad esempio si tratta di un buono da 1 milione di lire emesso nel 1980, potrebbe valere oggi oltre 10.000 euro. I buoni fruttiferi, inoltre, hanno una prescrizione di 10 anni dalla scadenza. Questo significa che, se non li riscuoti entro questo periodo, perdi il diritto di richiederne il valore.
Prima comunque di fare qualunque scelta in merito ai buoni fruttiferi postali, devi sempre verificarne il contenuto e se è già scaduto. Importante è anche per riscuotere il buono conservare tutti i documenti: se hai tutto l’originale in formato cartaceo, stai attento a conservarlo bene, affinché non sbiadisca a causa del passare del tempo.